Breve report dell’esperienza al St. Gemma Hospital di Dodoma, Tanzania

 Condividiamo il report delle laureande Giuditta e Sofia, sull’esperienza recente al St. Gemma Hospital.

Il St. Gemma Hospital è un piccolo ospedale a una decina di chilometri da Dodoma, la capitale della Tanzania. Circondato da strade sterrate bianche come la sabbia, viene raggiunto da decine di pazienti ogni giorno, che cercano lì il loro primo accesso alle cure in caso di necessità.
È una struttura rettangolare con un grande cortile interno, sempre curato e potato da un simpatico giardiniere, in cui spiccano cinque cespugli sagomati, che dicono G E M M A. Dal patio si aprono le porte che conducono alle varie stanze dei diversi reparti. Anche se è piccolo, c’è tutto: la pediatria, la medicina interna, la chirurgia e la maternità.
I dottori, gli infermieri e gli altri operatori sanitari che gestiscono questi spazi sono pochi, e ruotano continuamente tra tutti i reparti: al St. Gemma un dottore sa trattare una persona dall’inizio alla fine della sua vita, dalla nascita alla morte, e nei reparti spesso si vedono un’accozzaglia di età e provenienze diverse.
Ci inseriamo in questo contesto frequentando i reparti di Medicina Interna e di Ostetricia. Dopo alcune iniziali difficoltà legate alla lingua e alle differenze culturali, la nostra esperienza al St. Gemma Hospital viene resa meravigliosa dalle persone, grandissime lavoratrici e sempre impegnate in qualcosa, che ci accolgono a braccia aperte e trovano il tempo, in ogni giornata, di insegnarci e accoglierci tra di loro.
Oltre alla vita di reparto, l’ospedale offre servizi ambulatoriali e abbiamo la possibilità di osservare il funzionamento delle cure croniche sul territorio. La Dr Hawa, per esempio, gestisce la clinica Sickle Cell Disease, dove i bambini malati di anemia falciforme vengono mensilmente ad aggiustare e ritirare la loro terapia salvavita.
Nel corso dei nostri due mesi a Dodoma abbiamo anche occasione di conoscere un’altra realtà ospedaliera, diversa e complementare a quella del St. Gemma, ovvero il Benjamin Mkapa Hospital. Si tratta di un ospedale moderno inaugurato nel 2016 che si pone come polo di eccellenza per i servizi medici di diagnosi e trattamento. Inoltre, rappresenta un importante centro di formazione sanitaria e training per gli studenti universitari che alloggiano e studiano nelle sue vicinanze. È una struttura che offre servizi specialistici in diversi campi, dall’urologia all’oculistica, dalla diagnostica per immagini alle cure intensive, e che nel corso di questo 2023 si è distinta soprattutto per l’inaugurazione della prima Unità Operativa di Trapianto di midollo osseo dell’Africa equatoriale.
Il trapianto di midollo rappresenta spesso l’unica possibilità curativa per condizioni ematologiche gravi, come leucemie e linfomi e, in primo luogo, l’anemia falciforme (sickle cell disease). I beneficiari di questo intervento sono le centinaia di bambini affetti provenienti dalle diverse zone del Paese; lo stesso St. Gemma Hospital contribuisce al reclutamento dei pazienti seguiti attraverso l’attività della Sickle Cell Clinic.

Durante la nostra visita in questa unità operativa abbiamo modo di toccare con mano la professionalità e la dedizione di tutto il personale. La gioia nei loro occhi quando ci raccontano di come tutti i trapianti di midollo effettuati si siano conclusi con successo è contagiosa, ma non si può non notare quanto impegno e quante risorse siano state necessarie per raggiungere un traguardo simile. Si tratta di un lavoro che ha visto coinvolto anche un team di professionisti sanitari e specialisti italiani, e che si colloca all’interno di un approccio di promozione e sostegno della Global Health. Un approccio, questo, che vede nella salute un diritto umano fondamentale e in cui perciò anche noi crediamo fermamente, ritenendolo oggi quanto mai imprenscindibile..

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