Missioni effettuate

Missioni effettuate

2024

Gennaio-Febbraio 2024

MISSIONE A DODOMA (TANZANIA)   dal 22-01 al 8-02-2024 – Dagli appunti del dott. Uderzo

Siamo in cinque: il sottoscritto, l’infermiera Valeria del Centro Trapianto Pediatrico dell’Ospedale S. Gerardo di Monza, Cristina la collega trasfusionista dell’Ospedale S. Orsola di Bologna , Mario  Presidente di Help3, Edoardo socio e volontario Help3.

Va e viene il sole sulle verdi colline di Dodoma dove si adagia la bianca struttura dell’Ospedale Benjamin Mkapa dove vogliamo consolidare il nostro progetto.

Il cielo qui all’Equatore è come una volta perfetta e le nuvole gigantesche sembrano si appoggino sul tuo capo. Nel primo giorno la Dott.a Stella Malangahe accoglie il nostro gruppo con un bel sorriso. Capisco subito che dopo la nostra missione di circa un anno fa dando vita al primo Trapianto   di midollo osseo (TMO) eseguito nella storia della TANZANIA, molte cose sono cambiate. Soprattutto la maggior sicurezza che tutto il personale medico-infermieristico locale dimostra ora nella gestione dei bambini trapiantati per guarire l’anemia a cellule falciformi (ACF).

La presenza di Mario e di Edoardo sarà testimone di quanto da tempo vado loro raccontando: l’impegno del gruppo medico-infermieristico tanzaniano (4 medici e 12 infermiere/i in tutto) per un lavoro di grande responsabilità al Benjamin Hospital. L’intenso “training” fornito dai professionisti italiani “in loco ed a distanza” negli ultimi 3 anni è stato di grande efficacia.

Durante il “giro visita” vedo illuminarsi gli occhi di Elausa , ottavo paziente trapiantato, quando gli chiedo se da grande vuole fare il medico

Missione a Dodoma Gennaio 2024_2

Visitiamo in seguito più volte il Centro Trasfusionale dell’ospedale con la Dott.a Cristina, fondamentale  nel verificare  con discrezione l’adeguatezza del difficile lavoro svolto dai colleghi tanzaniani per un’ottimale raccolta e distribuzione dei prodotti del sangue ai pazienti ricoverati nel Centro Trapianto del Benjamin Hospital.

Cristina ha completato il “training” che Paola ed Alessia, colleghe trasfusioniste dell’Ospedale S. Raffaele, avevano svolto qui in precedenza con grande professionalità.

Il Direttore Generale dell’Ospedale, Dott. Alphonse Chandika, persona seria ed impegnata, ci riceve cordialmente nel suo studio ed è subito simpatia reciproca per quanto siamo riusciti a realizzare in questo Ospedale; conosce bene i suoi collaboratori che incoraggia a adottare un metodo di lavoro rigoroso, non lontano dal nostro. Il contesto qui è quello di un Servizio sanitario che vuole fare un salto di qualità. Il trapianto di midollo osseo eseguito in questo Ospedale è l’esempio positivo di una vera collaborazione internazionale.

Non è mancato in un giorno sfortunato l’elemento sorpresa: un “black out” dell’impianto elettrico in tutto l’Ospedale (tranne nel Centro Trapianto e nelle Sale operatorie): il Dott. Chandika in persona si è attivato con uno stuolo di tecnici per porre rimedio al guasto. Ma è stato anche molto ospitale invitandoci a cena a casa sua. Sua moglie, laureata in Medicina, è stata apprezzata per la discrezione/gentilezza nell’accoglienza e …per il menu tanzaniano!

Nei giorni seguenti abbiamo frequentato assiduamente il Centro Trapianto Del Benjamin Hospital partecipando alla visita dei pazienti tutte le mattine con il gruppo tanzaniano e seguendo con attenzione il “briefing” all’inizio ed al termine della giornata di lavoro: proficuo lo scambio d’opinioni con noi italiani forti di un’ esperienza pluriennale in grado di risolvere le problematiche complesse del trapianto di cellule staminali.  L’infermiera Valeria è stata costantemente accanto al gruppo infermieristico tanzaniano per trasferire tutta l’esperienza acquisita presso il Centro Trapianto Pediatrico dell’Ospedale S. Gerardo di Monza. Il clima che si è instaurato durante la nostra missione al Benjamin Hospital è stato di reciproco rispetto e di condivisione delle rispettive conoscenze e modalità di lavoro.

Tornando a fine giornata al nostro Residence, il moderno Jagee Apartment, incontravamo file di giovani studenti di Medicina dell’Università di Dodoma, alcuni si allenavano correndo, altri si fermavano in strada per fare ginnastica, tutti sembravano contenti: tra questi c’erano certamente alcuni che, come ci raccontava Cristina, partecipano attivamente alla campagna di donazione di sangue in favore dei pazienti del Benjamin Hospital.  

Mario e Edoardo mi raccontano (passo al presente perché mi sento ancora in Tanzania) come stanno cercando di risolvere un problema informatico dello strumento diagnostico indispensabile per la diagnosi di ACF, e ci riusciranno di sicuro. Sempre loro discutono della necessità di proporre al gruppo tanzaniano l’utilizzo di un “data base intelligente” per inserire ed estrarre i dati dalla cartella clinica informatizzata: sarebbe un altro obiettivo da raggiungere nei prossimi mesi.  Ma non si dimenticano di collaborare per preparare la cena: Mario in particolare è il nostro chef inventando un menu calabrese in terra straniera.

Utili colloqui sono intercorsi tra noi del gruppo italo-tanzaniano e professionisti del Laboratorio d’Ematologia, di Microbiologia e della Farmacia del Benjamin Hospital. C’è bisogno di ottimizzare gli esami specialistici e le terapie essenziali per risolvere le problematiche a volte complesse dei pazienti ricoverati nel Centro Trapianto.

Si è parlato anche della possibilità che Help3 inviti in Italia un medico del laboratorio d’ematologia per addestrarsi nell’uso di uno strumento diagnostico, il citofluorimetro, indispensabile per la diagnosi delle Leucemie e dei Linfomi in età pediatrica. Il problema è stato poi portato all’attenzione del Direttore Generale Dott. Chandika sempre disponibile a nuove prospettive per il Benjamin Hospital.

Abbiamo suggerito la necessità sia di un nuovo “day Hospital ematologico”, oggi esistente ma molto limitato, sia di costruire vicino al Benjamin Hospital un “Residence” per accogliere i genitori di almeno 10 pazienti perché durante il periodo della loro lunga degenza  (a volte 2-3 mesi) potrebbe essere indispensabile alloggiare quei famigliari che abitano molto lontano ( a volte 300-500 Km dal Benjamin Hospital) e non potrebbero stare accanto ai loro figli . Help3 si propone di dare un contributo per quanto possibile alla realizzazione di tali strutture.

Un invito a cena da parte della Dott.a Stella è stato particolarmente gradito per il calore umano e la spontaneità: ci siamo sentiti in famiglia!

Al termine della nostra missione il sottoscritto e la Dott.a Cristina Torti hanno consegnato al Direttore Dr. Chandika un ben documentato riassunto delle attività svolte sottolineando alcuni punti di debolezza ma anche proponendo azioni correttive per il mantenimento dell’attività avviata al Benjamin hospital in favore di pazienti affetti da gravi malattie ematologiche dell’età pediatrica. Questo rapporto scritto a due mani è stato inviato a tutti gli operatori sanitari, tanzaniani ed italiani, che hanno collaborato per una sfida che da molto difficile in partenza sembra dare i risultati attesi

SUMMARY REPORT of HELP3 team at BMH (DODOMA)

UN INCONTRO IMPORTANTE

Grande attesa al Benjamin Hospital il 1° di Febbraio: la visita della Presidente della Repubblica  della Tanzania chiamata familiarmente ”Mama Samia.

Seguita da una ventina di personaggi politici (incluso il Ministro della Sanità) vuole prima di tutto incontrare gli artefici di questo progetto che ha consentito la realizzazione dei primi trapianti di midollo al Benjamin Hospital.  Mama Samia” m’invita a parlare per primo, vinco un minimo di emozione, espongo in sintesi quanto il gruppo italiano ed Help3 hanno voluto realizzare qui a DODOMA, concludo dicendo che con il trapianto di cellule staminali si dà la possibilità di guarigione completa a pazienti pediatrici affetti da ACF ed altre malattie ematologiche. In prospettiva ci sarà un’intera generazione di giovani che darà un grande contributo professionale-umano alla Tanzania.

A seguire il commento lungo ed appassionato del Dott. Chandika ed infine la visita di “Mama Samia” ai 3 pazienti ricoverati nel Centro Trapianto , presenti genitori, medici ed infermiere/i emozionati, sorridenti. La Presidente vuole parlare con ognuno dei 3 pazienti, promette loro che guariranno e torneranno a scuola e ad una vita assolutamente normale. Dimenticavo di dire che tale evento è andato su tutti i Media Nazionali e che Mama Samia ha promesso il suo appoggio incondizionato al nostro progetto per tutto il tempo necessario al completo successo.

UN INCONTRO NECESSARIO

Con Mario e Edoardo passiamo un giorno a salutare in DODOMA la Madre Superiora della Congregazione di St. GEMMA, Suor Eufrasia. Ribadiamo il nostro appoggio affinché prosegua al meglio nell’omonimo Ospedale (St. Gemma Hospital sempre a Dodoma) il progetto avviato da Help3 nel 2015 consentendo la diagnosi e la cura di ben 450 pazienti affetti da ACF. Ci sono alcune difficoltà ma Suor Eufrasia promette che si metterà in contatto con il Direttore del Benjamin Hospital, Dr. Chandika, per risolverle. Da sottolineare che Help3 sta aiutando economicamente una Suora di questa congregazione, Suor Elizabeth, per completare un corso di studi in Uganda e diventare “Assistant medical officer” al St. Gemma Hospital di Dodoma.

Un BREVE SAFARI

Offerto a tutto il gruppo da parte del Dott. Chandika , sveglia alle 4 , buio africano che ci avvolge, vediamo l’alba quando siamo su un altipiano a 1400 metri di quota, immersi nel verde . Baobab secolari ed altre piante straordinariamente rigogliose ci ricordano che siamo in un altro mondo. All’ingresso del “TARANGHIRI PARK”, vicino al Kilimangiaro, notiamo un via vai di “fuori strada” e non è un bel segno. Ci si ritrova tutti sullo stesso tragitto polveroso a caccia degli animali che naturalmente non amano la confusione. Un gruppo di una quarantina di Elefanti (inclusi i piccoli) ci attorniano, ci osservano, ma non minacciosi, e se ne vanno con la sicurezza che li contraddistingue. Quattro giraffe si fanno notare per eleganza e buon appetito cogliendo le foglie più verdi sui rami più alti degli alberi della foresta equatoriale. Quattro struzzi annoiati in lontananza, famigliole di facoceri in fuga, una leonessa che dorme adagiata mollemente su un grosso ramo di un albero, una mandria di bufali che si allontana rapidamente infastidita dal rumore delle “jeep”. Serie di gazzelle che si allontanano a grandi balzi nella savana. Rientriamo contenti, forse un po’ stanchi, alle 10 di sera.

MISSIONE All’ISOLA di PEMBA (ZANZIBAR): 6-7-8 febbraio ’24

Parto da DODOMA di primo mattino ma prima d’arrivare a destinazione mi fermo a DAR ES SALAAM per un colloquio con l’Ambasciatore italiano, Dott. Marco Lombardi, attento osservatore e partecipe al progetto HELP3 da almeno due anni. Mi preme aggiornarlo sulla realizzazione del primo Centro Trapianto di cellule staminali in Tanzania grazie al contributo fondamentale della nostra ODV e con la partecipazione di professionisti italiani (medici-infermiere/i) esperti in questa difficile materia. L’ambasciatore assicura il suo sostegno con le conoscenze a sua disposizione ed è orgoglioso di quanto stiamo facendo per la cooperazione in Tanzania.

Vista dall’alto l’isola di Pemba si presenta verdissima, circondata dall’Oceano Indiano che più azzurro di così non ho mai visto. Il “Piper” a 12 posti si abbassa traballando ed atterra rumorosamente sulla pista un po’ sconnessa. Strade subito piene di traffico antico, carretti tirati da bufale africane, gente per lo più giovane che porta al mercato i prodotti dell’agricoltura locale, caldo soffocante che non impedisce di cuocere all’aperto un’appetitosa carne bovina o il pesce tipico del vicino Oceano, l’impressione netta di tanta felicità anche se nella povertà.

Mi ospita la “Fondazione De Carneri” di Milano, da 30 anni impegnata in questa isola per la lotta alle malattie parassitarie con mezzi diagnostici i più moderni e dedicata in particolare al “training” medico-infermieristico del personale sanitario locale. I contatti avuti da HELP3 negli ultimi due anni con tale Fondazione (Mario Battafarano ne è  stato testimone in prima persona ) mi consentono d’entrare con discrezione ma determinazione nel merito di un nuovo progetto : proporre e sostenere la Diagnosi e la terapia dei pazienti pediatrici ( sono circa 2000 da un mio calcolo approssimativo) che in questa isola sono affetti da anemia a cellule falciformi  (ACF) ma , purtroppo, ne subiscono  le tragiche conseguenze perché non sono ancora stati diagnosticati.

Dalle lunghe file di scolari/e in divisa ed in cammino verso le scuole capisco che qui l’istruzione è uno degli obiettivi fondamentali almeno sino ai 10-11 anni di età.  Sarà necessario introdurre nelle scuole una certa informazione /educazione sanitaria circa il nostro progetto portando un contributo importante al successo dell’iniziativa stessa. Le strade strette ed accidentate si snodano in uno scenario di foresta equatoriale dove gli alberi di mango, banane e noci di cocco sembrano prevalere. Qualcuno poi mi dirà che in questa fitta vegetazione proliferano anche serpenti tra i più velenosi del mondo.

Dedico tutto il tempo a disposizione per discutere con il Dott. SAID medico responsabile del Laboratorio diagnostico “Fondazione De Carneri” come procedere: Help3 darà un supporto concreto donando lo strumento diagnostico per l’ACF (Point of care) e poter quindi iniziare la terapia (farmaco idrossiurea) che sarà distribuita gratuitamente per almeno un anno ai pazienti che ne necessiteranno. E saranno molti questi pazienti a giudicare da come si pronunciano i medici locali che incontro durante un “meeting” aperto a tutti gli interessati nell’Ospedale più importante dell’isola di Pemba.

Slide condivise durante il meeting: Diagnosis and treatment of SCD in Pemba :
a joint project  by
Italian and Tanzanian cooperation 

È presente anche un rappresentante del Ministero della Sanità che dichiara la sua disponibilità a porre sul tavolo del Ministro tale iniziativa al fine d’ottenere la promessa di una distribuzione gratuita della terapia ai pazienti pediatrici con ACF.  Auspico che l’obiettivo finale è che si arrivi ad una autonomia operativa con l’intervento delle autorità politiche e sanitarie locali. Sottolineo la mia soddisfazione per tale promessa che pone le basi per ottenere subito risultati positivi: la diminuzione sia della mortalità che della morbilità infantile da ACF. Aggiungo che così facendo presto in questa isola ci sarà una nuova generazione di giovani che darà un contributo fondamentale allo sviluppo socioeconomico dell’isola.

Solo uno sguardo da vicino all’Oceano indiano, il tempo per pensare  che da queste parti la vita è ancora straordinariamente lontana dagli effetti negativi del mondo moderno… e  vale la pena  mantenerla  cosi, come un bene prezioso.

Ringraziamento del dott. Chandika dopo il rientro del team in Italia:
 
Dear Prof.Cornelio
 
Hope you travelled well to Pemba and then back to Italy
Let me take this opportunity .to thank you very much for coming to Dodoma alongside the HELP 3 president and the experts from Italy,  It is a way of making our team become more confident in performing BMT since they continue to gain more knowledge and skills.
I was so impressed by the way you  explained to our President the importance of the BMT program on the SCD patients as well as other hematological disease patients in our Country, through that you made it easy for the program to get support from the Government.
 
Thank you very much for the detailed report, it so wonderful.
 
On behalf of BMH team we promise you to keep the energy high toward achieving our common future plan as elaborated in your report. My sincere appreciation on your commitment of a continuous support to BMH  BMT program.
 
Asante sana and looking forward to seeing you again in the near future
 
Chandika

2023

Gennaio-Aprile 2023

E’ la missione che abbiamo perseguito da almeno 3 anni, risultato di un percorso – faticoso e non privo di rischi – nel quale Help3 ha coinvolto personale medico-infermieristico italiano e tanzaniano per l’istituzione del primo Centro d’ematologia pediatrica e Trapianto di midollo osseo, finalizzato alla cura di gravi malattie ematologiche dell’età pediatrica in Tanzania.

Portare in un Paese dell’Africa Subsahariana questa tipologia di cura è stato possibile grazie anche al Direttore  Esecutivo dell’Ospedale “Benjamin Mkapa” (DODOMA), Dott. Alphonse Chandika, dotato di una eccezionale professionalità, conoscenza del progetto e  forte determinazione  che ha permesso di affrontare con coraggio una sfida apparentemente  impossibile.

Ha  interagito con il Ministero della Sanità in Tanzania ed ha messo a disposizione risorse economiche ingenti per la costruzione di questo Centro creando le basi per un’attività specialistica che in tutta l’Africa è presente  solamente in  altri 10 Centri.

Dott. Chandika e primo paziente

Fondamentale la “formazione” a distanza ed “in loco”  da parte di Help3 a partire dal 2019 in poi , ma certamente è risultata più efficace  la nostra presenza (7 medici e 5 infermiere) a fianco del “team tanzaniano” che non aveva mai affrontato queste tipologie di intervento né operato  nel settore specialistico dell’Ematologia.

Il “Centro Trapianto” è stato studiato e costruito per accogliere pazienti altamente immunodepressi e particolarmente fragili di fronte alle più comuni infezioni, se non adeguatamente protetti. E’ in grado di accogliere sino a 10 pazienti, è dotato di un circuito interno Intranet che consente la lettura degli esami eseguiti giorno per giorno. Il centro deve essere estremamente pulito ed igienizzato 24 ore su 24 , ed è dotato di sistemi che mantengono la sterilità dell’ambiente.

L’operatività è  stata garantita 24 ore su 24 da personale medico-infermieristico locale  con cui abbiamo interagito intensamente seguendone l’attività di reparto , correggendo le normali incertezze per chi non aveva mai lavorato in un reparto considerato di “terapia semintensiva”.

Se la mancanza d’esperienza  era  a volte evidente  abbiamo fatto del nostro meglio per creare  fiducia nel personale, correggere, insegnare minuto per minuto, mettere in condizione  medici ed infermiere/i di non esser sopraffatti da  pur giustificati timori.

Dalla terza settimana di Gennaio 2023 in poi siamo riusciti a:

–preparare il personale  medico-infermieristico tanzaniano a modalità di lavoro del tutto simili a quanto avviene nei Centri Trapianto di Paesi progrediti (Europa, USA)

– addestrare il personale del Centro Trasfusionale del Benjamin MK Hospital alle metodiche  standard per la raccolta ed uso sicuro dei “prodotti del sangue” ( Piastrine, Globuli rossi concentrati…)

– mostrare come si interagisce in modo capillare e continuativo  con altri settori (Farmacia , Sala operatoria, il Laboratorio di Microbiologia, Radiologia..)

Tutto ciò ha fornito al nostro progetto la necessaria consapevolezza per procedere al passo successivo : avvio della prima paziente  (Grace, di 7 anni , affetta da SCD ) alla chemioterapia ad alte dosi  preparatoria al Trapianto.

Momento magico , senza ritorno …se non con il successo pieno del trapianto stesso.

Aver insegnato da parte nostra nella prima settimana una modalità di lavoro del tutto simile a quanto avviene nei Centri Trapianto di Paesi progrediti (Europa , USA..), aver contribuito ad istruire anche il personale del Centro Trasfusionale del Benjamin MK Hospital alle metodiche  standard per la raccolta ed un uso sicuro dei “prodotti del sangue” ( Piastrine, Globuli rossi concentrati…), aver interagito in modo capillare e continuativo  con altri settori (Farmacia ,  Sala operatoria, il Laboratorio di Microbiologia, Radiologia.. ha consentito di garantire al nostro progetto la fiducia necessaria per procedere al passo successivo : avvio della prima paziente  al  Trapianto un momento magico , senza ritorno …se non con il successo pieno del trapianto stesso.

Il giorno del trapianto (il 30 di Gennaio) – con massima concentrazione e determinazione dell’Equipe Italiana e Tanzaniana – alla fine della raccolta di midollo emopoietico dal fratello  donatore HLA compatibile di 14 anni  è scoppiato un applauso in Sala Operatoria.

Emozione di tutti nel volto di qualche infermiera e  medico tanzaniano quando abbiamo mostrato a Grace la sacca di midollo raccolta per lei. Grace ha dimostrato grande coraggio durante la fase più critica del trapianto , una vera “guerriera” ha detto qualcuno, ed eccola felice il giorno della comparsa dei primi segni positivi del trapianto (= attecchimento ovvero  la presenza  continua delle prime cellule prodotte dal midollo osseo del donatore) .

A seguire il secondo paziente (Elisha di 10 anni, affetto da  SCD e che da grande aspira a  diventare medico, ma soprattutto desidera conoscere l’Italia…) 

Non dimentico il momento in cui Elisha si è incontrato con la sorella donatrice di midollo, di 5 anni, sia per un colloquio intenso subito instauratosi tra i due (non si vedevano da una settimana!) ma soprattutto  per l’abbraccio prolungato che ho ricevuto da questa bimba …come se mi avesse sempre conosciuto.

 L’affiancamento “in presenza”al team tanzaniano è proseguito regolarmente sino a tutto Marzo con l’avvio del terzo trapianto (Isac di 11 anni , sempre affetto da SCD) . Molto apprezzato il contributo infermieristico (Musa Dubali infermiere dell’Università “La Sapienza di Roma e quattro infermiere professionali dell’Ospedale S. Raffaele di Milano, Chantal, Marta, Anna e Giulia  

L’affiancamento “in presenza”al team tanzaniano è proseguito regolarmente sino a tutto Marzo con l’avvio del terzo trapianto (Isac di 11 anni , sempre affetto da SCD) . Molto apprezzato il contributo infermieristico (Musa Dubali infermiere dell’Università “La Sapienza di Roma e quattro infermiere professionali dell’Ospedale S. Raffaele di Milano, Chantal, Marta, Anna e Giulia  in grado di addestrare i/le colleghi/e del Benjamin Hospital rendendoli confidenti nella loro attività, creando un clima di collaborazione con il  raggiungimento di una buona autonomia operativa.

Altrettanto costruttivo il colloquio giornaliero con i tre medici  tanzaniani (Dr. Shakilu, Dr. Stella, Dr. David) che hanno beneficiato della lunga esperienza del team medico italiano (Dr. Uderzo, Dr. Giglio ,Dr. Manna, Dr. Pioltelli, Dr. Ronchi, Dr. Pavan, Dr. Orsini)

Sono stati istituiti due momenti di confronto tra i due team (ore 9 ed ore 15) per discutere, condividere e decidere insieme come procedere con i pazienti.

Il Dott. A. Chandika è stato con noi regolarmente ogni settimana per prendere atto dello stato di avanzamento della nostra attività, prendendo appunti con carta e biro, promettendo di intervenire per tutte le nostre richieste  circa il miglioramento dell’assistenza ai pazienti trapiantati per  ottenere i migliori risultati possibili.

Si è deciso collegialmente di non propagandare ai Mass Media quanto era ed è in corso, semplicemente per dar tempo ai primi  3 pazienti trapiantati di uscire dalla fase critica ed esser più confidenti del successo ottenuto.

Il programma proseguirà nei mesi successivi con l’appoggio “ a distanza” da parte del team medico-infermieristico italiano  istituendo un collegamento bisettimanale tramite la piattaforma “ZOOM” in modo da garantire al team tanzaniano una consulenza specifica  ed interattiva  per i successivi pazienti sottoposti a TMO.

Seguiranno altre missioni nel 2023 e 2024  per consolidare ed implementare i buoni risultati già ottenuti.

Ad oggi, siamo confidenti di aver ottenuto un grande successo, pur con una modesta disponibilità di risorse economiche alle quali siamo riusciti a sopperire con la professionalità e la disponibilità delle risorse umane.

Il futuro dirà se abbiamo avuto ragione ma ci sono tutti i presupposti.

2022

Dagli appunti del Dr. Cornelio Uderzo:

Missione a Dodoma

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27 marzo

Dopo 24 ore di viaggio e ben 2 anni di mancate missioni causa “pandemia Covid” eccomi tornato in Tanzania assieme a due colleghi ematologi dell’Ospedale S. Raffaele di Milano (Fabio Giglio e Paola Ronchi) per valutare lo stato di avanzamento dell’ambizioso progetto iniziato da HELP3 solo tre anni fa al Benjamin Mkapa Hospital (BMH) di Dodoma : l’apertura in Tanzania del primo Centro d’ematologia pediatrica e trapianto di midollo osseo per la cura di gravi malattie del sangue.

28 marzo

L’abbraccio del Direttore Generale dell’Ospedale BMH , Dott. A. Chandika, e l’entusiasmo di almeno 20 suoi collaboratori (medici-infermieri/e, esperti del Centro trasfusionale, Tecnici di Laboratorio, Farmacisti….) ci accolgono e ci accompagneranno nel breve ma intenso periodo di lavoro. Quasi non riconosco più la struttura ospedaliera già esistente nel 2019 perché ora risulta adeguata agli standard d’efficienza come avevamo predisposto nella precedente missione di HELP3. Iniziamo con il nuovo Centro trasfusionale dove è evidente la presenza di strumenti ed attrezzature necessarie all’attività che sarà indispensabile per pazienti ematologici. A seguire la visita al Centro trapianto del tutto rispondente alle caratteristiche di un Centro altamente specialistico per la cura di soggetti immunodepressi ed infine uno sguardo critico alla Farmacia ed ai Laboratori diagnostici

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29 marzo

Costituiti tre gruppi di lavoro con il personale del BMH iniziamo una valutazione capillare dell’esistente e di quanto manca per rendere operativo il Centro Trapianto e gli altri settori che in maniera sinergica dovranno collaborare per raggiungere la piena attività a partire probabilmente dalla prossima estate. Il lavoro prosegue in un clima di grande collaborazione. Ogni tanto ci fa visita il Dott. Chandika che vuole constatare direttamente il lavoro di gruppo , gli obiettivi da raggiungere invitando infine tutti ad una cena di cortesia per continuare il colloquio dinnanzi ad un menu tutto tanzaniano.

30 marzo

Senza alcun precedente preavviso il Dott. Chandika ci obbliga a partecipare ad una tavola rotonda tenuta presso il Ministero della Sanità della Tanzania da un alto rappresentante dello stesso Ministero già a conoscenza della nostra iniziativa . C’è infatti una grande aspettativa per quanto l’iniziativa degli ematologi italiani ( soprattutto dell’Ospedale S. Raffaele di Milano ed Ospedale S. Gerardo di Monza) e di HELP3 potrà finalmente contribuire alla cura di Leucemie e tumori dell’età pediatrica in Tanzania in modo che il BMH diventi un Ospedale di riferimento per altri Ospedali della nazione (Foto 6). La giornata continua con un altro incontro presso l’Ospedale St. Gemma di Dodoma dove Help3 ha contribuito dal 2015 alla diagnosi ed alla cura di quasi 500 pazienti pediatrici affetti da Anemia a cellule falciformi. Sono presenti le suore e la Madre Superiora (Suor Eufrasia) che hanno conosciuto il nostro impegno negli anni . Si sottolinea assieme al Dr. Chandika , presente anche in questa occasione, l’importanza di una stretta collaborazione tra il BMH e questo ospedale distrettuale dove esiste da tempo un servizio di “day hospital” per malattie ematologiche pediatriche( Foto 8).

31 marzo

A conclusione del lavoro svolto nei gg. scorsi si è giunti ad una condivisione di programmi interdisciplinari comuni (foto 10-12) con l’approvazione di un percorso che porterà a breve , probabilmente nei mesi di Giugno-Luglio, alla “start up” del Centro d’ematologia e trapianto al BMH. L’impegno comune è quello di risolvere le criticità che ancora sussistono riguardo soprattutto il buon funzionamento del Centro trasfusionale , l’acquisto di strumentazione quale ad esempio l’irradiatore a raggi x per i prodotti del sangue, l’approvigionamento di alcuni farmaci non ancora disponibili in Tanzania , l’utilizzo di una “cartella clinica informatizzata” per il complesso lavoro medico-infermieristico di routine. Utile a questo riguardo sarà istituire una consulenza continua nei prossimi due mesi “ a distanza” (tramite teleconferences) con tutti gli esperti di cui HELP3 dispone in Italia soprattutto ed in accordo con l’accordo ,Memorandum of understanding, che è stato rinnovato in questa giornata tra la nostra Associazione ed il BMH per i prossimi tre anni.

1 Aprile

Incontro con l’ambasciatore italiano a Dar es Salaam

L’appuntamento preso tempo fa con l’ambasciatore italiano , Dott. Marco Lombardi, si è inaspettatamente trasformato in un invito a pranzo presso la sua Residenza a Dar Es Salaam (Foto 13-15) . Inutile sottolineare la cordialità ed interesse di cui siamo stati oggetto tanto da poter noi descrivere con estrema familiarità il nostro progetto umanitario in Tanzania ed avere tutto l’eventuale appoggio dell’ambasciatore qualora ci fosse bisogno. Sarà un altro nostro alleato

 

2 Aprile

Incontro con il Direttore esecutivo al Mnazi mmoja hospital di ZANZIBAR

Affiancato dai miei due colleghi (Fabio e Paola) ho potuto riprendere il contatto stabilito 5 anni fa con il gruppo medico-infermieristico dell’Ospedale governativo Mnazi Moja che , con il supporto di HELP3, si è attivato per la diagnosi e la cura di ben 200 pazienti pediatrici affetti da Anemia a cellule falciformi.

Durante il seminario tenuto con il Direttore Esecutivo dell’Ospedale, Dott. Msafiri Marjani ed il suo team, abbiamo discusso la possibilità di implementare la formazione del personale sanitario nella prospettiva di un collegamento ed una collaborazione con il Centro d’ematologia e trapianto che sta per esser attivato al BMH di Dodoma .

Chiudiamo la nostra intensa missione con una breve sosta sulla costa di ZANZIBAR , giusto il tempo di ammirare i colori del tramonto con un sole che ci sembra molto più grande che da noi in Italia.

3 Aprile

Rientro in Italia

Almeno il Kilimangiaro l’abbiamo ammirato dall’alto…

2021

Nessuna missione a causa della Pandemia SARS-CoV-19

2020

Nessuna missione a causa della Pandemia SARS-CoV-19

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