Federico Salton: dalla leucemia allo sport

Mi chiamo Federico Salton e sono nato a Biella il 29 luglio 1985.

1990: quando scoprii di avere la leucemia mieloide acuta

La mia vita è trascorsa come quella di qualsiasi bambino fino al 21 marzo 1990. Era già qualche giorno che non ero molto in forma, poi quel giorno mi venne da rimettere e i miei genitori videro che c’era la presenza di sangue, così mi portarono in ospedale e la diagnosi fu un colpo al cuore (non per me che ero troppo piccolo per capire): leucemia mieloide acuta.
Da Biella mi consigliarono di andare all’ospedale San Gerardo di Monza, così fui ricoverato lì.
Io di quel periodo di malattia ricordo ben poco. Le cose che più ricordo sono le giornate che i miei famigliari dedicavano a giocare con me per farmi passare il tempo e il medico che mi portava sempre il sorriso, ovvero il Dr. Jankovic.
Il giorno 27 giugno 1990 fu il giorno del trapianto di midollo dal mio donatore, mio fratello, il quale allora non aveva ancora compiuto 8 anni. Grazie a questo suo dono, alla grande capacità dello staff medico, a tanta forza, al sostegno della mia famiglia e anche a una buona dose di fortuna, mi sono salvato e così ho potuto ricominciare a vivere la mia vita esattamente come prima di ammalarmi.
Ho terminato normalmente il mio Corso di studi con il diploma di 5° Liceo Scientifico e lavoro per una Agenzia di viaggi.

2000: la ricaduta

Nel corso degli anni praticai diversi sport tra cui calcio, nuoto, sci e atletica. Tutto andava liscio e io vivevo tranquillo fino a quando alla fine dell’anno scolastico nell’anno 2000, sentendomi sempre stanco, avendo lividi sulle gambe di cui non conoscevo l’origine e sanguinamento dalle gengive, decidemmo di andare a fare un controllo a Monza scoprendo che c’ero di nuovo dentro. Primo caso al mondo a cui si ripresentava la malattia dopo 10 anni con trapianto da famigliare compatibile al 100%.

Era il 15 giugno 2000, me lo ricordo bene, anche perché ero in vacanza da scuola da 5 giorni. Al momento in cui mi comunicarono cos’avessi, siccome ad agosto andavo sempre a fare uno stage/vacanza con la società di atletica, la prima cosa che dissi ai miei genitori fu “Voi date l’acconto per lo stage che io per agosto guarisco!”. Ovviamente non fu così, ma anche grazie a questa mia positività ho potuto affrontare più agilmente il mio percorso.
Così iniziai i miei cicli di chemioterapia. Dopo un paio di settimane la malattia già era andata via, ma dovevo completare tutti i cicli di cura prima di poter cantare vittoria. Il primo ricovero durò 4 settimane e a causa di reazioni alle cure come ad esempio la stomatite, quando uscii dall’ospedale avevo perso 10kg (quando sono entrato ero 55kg quindi non ero propriamente grasso). Nonostante le difficoltà la cosa fondamentale per non cadere è mai perdersi d’animo e continuare a lottare con ogni forza. Dopo quattro cicli di chemio finalmente ero di nuovo guarito, stavolta fortunatamente non era stato necessario ricorrere al trapianto.

Le Olimpiadi ed i mondiali per soggetti trapiantati.

Una volta finiti i cicli di cura avevo ancora 2 anni di cure leggere di mantenimento e fu proprio al termine di questi che il Dr. Uderzo mi informò del fatto che esistevano “le Olimpiadi ed i mondiali” per soggetti trapiantati.
I campionati mondiali per trapiantati sono organizzati tramite la WTGF (World Transplant Games Federation), si svolgono ogni 2 anni e comprendono tantissimi sport come ad esempio pallavolo, pallacanestro, atletica, nuoto, tennis, ping pong, ciclismo, bowling, calcio e tanti altri che possono variare a seconda delle varie edizioni ed esistono anche dei mondiali invernali con gli sport sulla neve, anch’essi organizzati ogni 2 anni.
Grazie a queste manifestazioni e grazie allo sport si ha modo di conoscere tante persone fantastiche, provenienti da tutte le parti del mondo, con le quali si condividono emozioni incredibili perché in fin dei conti abbiamo tutti in comune il fatto di avere già vinto la gara più importante: quella gara che non ci ha portato alla conquista di una semplice medaglia, ma ci ha portato a conquistare una seconda vita grazie ad un immenso gesto d’amore fatto dal nostro donatore.

La mia carriera sportiva

Nel 2003 a Nancy in Francia partecipai ai miei primi mondiali per trapiantati portando a casa con l’atletica la medaglia d’argento sui 100mt e quella d’oro sui 200mt e partecipando anche così per gioco alla gara di bowling, vinsi l’oro anche lì.
Siccome questi mondiali si svolgono appunto una volta ogni due anni, nel 2005 in Canada, a London, partii nuovamente per parteciparvi, stavolta conquistando due argenti sempre grazie ai 100mt e 200mt e un bronzo con la staffetta 4×100.
Fino al 2015 quando andai in Argentina a Mar del Plata, perché a causa del lavoro non avevo più potuto partecipare ad altri mondiali. Da lì tornai a mani vuote per quel che riguarda le medaglie, ma con l’animo arricchito, come succede ogni volta che partecipo a questo evento.
Nel frattempo, nel corso degli anni ho continuato le mie attività sportive, abbandonando l’atletica e sostituendola con basket e pallavolo così nel 2017 a Malaga ho potuto riassaporare il gusto di vincere delle medaglie conquistando in entrambe le discipline la medaglia di bronzo.
Nel 2019, il mio ultimo mondiale, a Newcastle in Inghilterra. Dopo tanto allenamento e soprattutto grazie al bellissimo legame che si è ormai instaurato tra noi membri della Nazionale grazie allo sport, siamo riusciti a conquistare la medaglia d’oro nella pallavolo riportando l’Italia ad essere campione del mondo! Oltre a questo bellissimo successo abbiamo poi conquistato la medaglia di bronzo con la pallacanestro e con il calcio.

Oltre ai mondiali, nel corso dell’anno partecipo a diversi eventi, sia con la “Nazionale Pallavolo Trapiantati e Dializzati” che con la “Nazionale Pallacanestro Trapiantati e Dializzati” che con la “Nazionale Calcio Trapiantati” per sensibilizzare alla donazione degli organi e del midollo, per salvare la vita a chi lotta e sta aspettando il suo eroe! Inoltre faccio anche parte di un’altra squadra di pallavolo sostenuta dal Comitato Maria Letiza Verga (Ospedale S. Gerardo di Monza), chiamata “La Resiliente”, formata da ragazzi e ragazze che erano in cura a Monza come me e che come me sono guariti dalla leucemia : giochiamo per dare coraggio a chi ancora non ce l’ha fatta.

Il valore dello sport

Tutte queste attività sportive le faccio per dimostrare che dopo la malattia, che sia grazie a un trapianto o meno, si può tornare a vivere come prima e fare esattamente tutto quello che fanno coloro che non hanno mai avuto niente, ma con un grande differenza: ora riesco ad apprezzare 100 volte di più quella che è la bellezza della vita. Quindi non bisogna mai mollare, bisogna sempre essere positivi e fino alla fine mettercela tutta. Mettendo in pratica queste cose, non dico che sarà sicura la guarigione, ma è sicuramente un grosso aiuto per riuscire a buttare il male nel burrone e mandare noi in rampa di lancio verso la vita!

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